Progetto paesaggistico monti di Cortone
Progetto di valorizzazione naturalistica, paesaggistica, agricola e culturale dei monti di Cortone
I monti di Cortone, Taciall, Bóll e del Piègn (in seguito citati per semplificazione solo “monti di Cortone”) si trovano in Vallemaggia sopra l’abitato di Moghegno. Essi si trovano su un ampio pianoro ad una quota compresa tra i 1100 m s.l.m e i 1290 m s.l.m e a poca distanza dalla limitrofa valle Onsernone. Cortone è raggiungibile grazie ad una strada patriziale in fondo naturale percorribile con mezzi dotati di 4 ruote motrici. L’accesso è stato costruito a mano attorno agli anni 30 del secolo scorso e mantenuto e migliorato puntualmente negli anni dal Patriziato di Moghegno con oneri economici e di impegno molto elevati.
I monti comprendono più di 80 cascine/stalle un tempo molto simili fra loro e adibite a stalla, abitazione e fienile oggi perlopiù trasformate con cura in rustici di vacanza.
Gli ampi pianori disposti a ripiani sono ancor oggi oggetto della tradizionale fienagione; in luglio diverse famiglie patrizie, supportate da alcuni volontari, si trovano assieme come un tempo, falciando e raccogliendo il fieno delle proprie parcelle. Una volta questo procedere comunitario aiutava a sostenersi a vicenda nei numerosi impegni che l’agricoltura di sussistenza richiedeva; oggi questa forma di volontariato aiuta due aziende contadine della regione nell’oneroso compito (anche dovuto ad un importante inselvatichimento) della gestione agricola e della salvaguardia del territorio agricolo del luogo.
Una volta conclusi i lavori di fienagione le famiglie contadine di un tempo salivano con gli animali verso gli alpeggi per poi ritornare verso la metà di settembre al monte in attesa dell’inverno.
Nonostante l’impegno profuso a Cortone dal locale Patriziato, dalla Pro Cortone, dai privati e da una famiglia contadina che è stata attiva per decenni a Moghegno, allevando capre e producendo formaggi (azienda che ha concluso l’attività per raggiunti limiti di età qualche anno fa), nonostante la ripresa della gestione dei terreni e le piccole bonifiche effettuate dalle due aziende agricole citate in precedenza, l’avanzare del bosco e la pressione del tempo sulle strutture rurali sono stati molto forti.
Il presente progetto vuole contrastare il lento ma continuo declino dello splendido paesaggio rurale locale. Si vuole in particolare recuperare alcune parti di pascolo inselvatichitesi negli ultimi anni, si mira ad aiutare nella lotta contro la felce aquilina e le ginestre, si vuole aiutare gli allevatori a tenere gli animali nei pascoli prefissi e anche a mantenere liberi i terreni dai danni da cinghiale. Il tutto a garanzia di una gestione duratura nel tempo.
Puntuali interventi di valorizzazione naturalistica e a favore del paesaggio sono a cornice dell’intervento e a beneficio del territorio e dell’ambiente.
Gestione agricola attuale
Attualmente il monte è gestito da due aziende agricole locali:
- Azienda agricola Giacomo Poli, 6677 - Moghegno
- Azienda agricola Giorgio Speziale, 6676 - Bignasco
Vengono portate ai monti di Cortone, Taciall, Bóll e del Piègn 25 capre, 25 pecore, 5 asini e 3 cavalli.
Vengono falciati a fieno 6.7 ha mentre 7.53 ha sono gestiti esclusivamente a pascolo.
Considerazioni socio-economiche
Le seguenti considerazioni cercano di contestualizzare gli interventi previsti in un discorso più ampio internalizzando le esternalità positive di un paesaggio tradizionale e del territorio agricolo dei monti di Cortone in un discorso socioeconomico a scala regionale.
A voler valorizzare quest’area sono state due aziende agricole che da alcuni anni si adoperano per il mantenimento del territorio agricolo del luogo; esse hanno sin dall’inizio coinvolto il Patriziato di Moghegno proprietario di una buona parte del territorio e già attivo promotore di altri progetti di valorizzazione e recupero sul suo comprensorio (si cita per esempio il progetto di valorizzazione della selva castanile situata all’inizio della strada sterrata che porta a Cortone). Un primo sopralluogo con l’Ufficio forestale del 7° Circondario, esperito il 10 aprile 2019, ha dato il via all’iniziativa. Dal punto di vista forestale si intende dare uno sguardo particolare al potenziamento della biodiversità migliorando l’habitat in bosco grazie ad una gestione agricola estensiva.
I numerosi proprietari privati sono stati informati; essi dovranno dare il loro consenso a breve firmando la convenzione a garanzia della gestione dei fondi. L’interesse delle famiglie patrizie e dei residenti dei monti nel voler valorizzare la terra vissuta da numerosi loro antenati è sicuramente dato ed è molto presente.
Lo spirito di associazione e comunitario, la ricerca e il mantenimento delle tradizioni e l’impegno comune sono dunque garantiti per questo progetto come lo sono stati per altri interventi simili effettuati nella regione. Un motore per mantenere spirito di coesione e coinvolgimento sociale della popolazione del luogo.
I pascoli alberati, le radure in bosco, i prati montani, i muri a secco, i frutteti ad alto fusto, i rustici e le stalle e le vie di comunicazione di un tempo sono elementi paesaggistici, culturali e naturalistici di inestimabile valore.
Anche la politica agricola attuale, considera importante l'apporto dell'agricoltura nel conservare e valorizzare questo tipo di ambienti (se di interesse agricolo o in relazione con esso) e per questo remunera adeguatamente il lavoro di gestione dell'agricoltore con contributi diretti che sono sempre più mirati. Il progetto d'interconnessione agricola delle superfici di promozione della biodiversità (SPB) approvato ad inizio 2014 per la Valmaggia e il progetto per la gestione della qualità del paesaggio (approvazione estate 2015) permettono agli agricoltori di accedere a contributi supplementari per compensare l'importante sforzo nella gestione degli elementi tipici dell'agricoltura di un tempo. Questi aspetti sono di aiuto ad un mantenimento duraturo delle strutture e degli investimenti. Sono le stesse aziende agricole ad aver richiesto questo intervento; la garanzia di gestione è dunque forte.
Il progetto non prevede l’installazione di pannelli o percorsi didattici, crea però alcune strutture puntuali dove l’escursionista può sostare per una breve pausa ammirando il paesaggio e le belle tradizioni locali o pranzare (pranzo al sacco) con amici o famigliari. Alcune tratte di sentiero vengono sistemate e migliorate e questo anche per favorire la gestione.